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1. |
Cave Canem
05:32
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Diana è accecata Marte è ferito, fortuna volteggia sul filo spinato.
La daga e la toga la mano del fabbro che forgia la lama per quella del sarto.
Vesta è fuggita Saturno è ubriaco, ricchezza riposa vicino alle ortiche.
Il fumo e la brace la mano sul fuoco che infiamma la fame sfuggente del gioco.
Datemi un mercato e mille schiavi da frustare
Dammi un lupanare e mille eunuchi da sfruttare
Rit: CAVE CANEM…NEL NOME DEL PADRONE
CAVE CANEM…L’AVANZO è GARANTITO
CAVE CANEM…FEDELI ALLA CATENA
Giunone è incazzata Cupido è castrato, bellezza che batte sul viale del tempo. La fola e la storia la bocca cucita che intreccia memorie in gomitoli d’oro.
Minerva è impazzita Mercurio è malato, ragione è distesa all’ombra in giardino. Il viaggio e il miraggio imparò l’artigiano a barattare il diritto in cambio di un premio
Datemi un’ arena e mille bestie da sbranare
Datemi un banchetto e mille bocche da sfamare
Rit: CAVE CANEM…NEL NOME DEL PADRONE
CAVE CANEM…L’AVANZO è GARANTITO
CAVE CANEM…FEDELI ALLA CATENA
CAVE CANEM…TU CHE STAI SULLA SOGLIA
CAVE CANEM…è LA SUA DIMORA
CAVE CANEM… TU SIA IL BENVENUTO
CAVE CANEM, CAVE CANEM, CAVE CANEM….
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2. |
Il Letto Rosso
06:56
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Parlavi poco in un tramonto guardavi il mondo non t’assomiglia più,
lo sguardo perso in controluce dita il cristallo lievi graffiano.
C’è solo freddo cuore di vetro sgretola i sassi luna domina.
Rit: Sul tuo vestito rosso una goccia lenta cade una lacrima
fa rumore più del mare (2v)
Il tuo destino la fredda mano al tuo assassino vendevi l’anima,
spina e coscienza la seta è un vizio ordisce trame che danzano.
Primizia occulta vergini labbra bimba lucente grazia e voluttà.
Rit: Nuda sul tuo letto rosso la tua pelle bianca freme come cera mentre brucia la candela. (2v)
…E la tua luce non è che l’ombra di un triste addio….
È una notte puttana di quelle che ti viene voglia di bere pioggia e pisciare Jack Daniel’s, è una notte persa fottuta tradita, è una notte di quelle che ti viene voglia di essere incudine solo per sentire nelle ossa il martello divino, è una notte bambina diventata adulta troppo presto.
Rit: Sul tuo vestito rosso una goccia lenta cade una lacrima
fa rumore più del mare. (2v)
Nuda sul tuo letto rosso la tua pelle bianca freme
come cera mentre brucia la candela. (2v)
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3. |
Ambasciata Noir
04:19
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Voi siete l'asfalto noi la foresta nera il giorno senza l'alba rapito dalla sera la luce su quel viale un foglio di giornale sgualcisce il tuo sorriso di domenica.
Voi siete la terra noi vento di burrasca la tetra processione il sapore dell'attesa la carità che struscia sedotta dall'inganno la coda in tangenziale e buona volontà.
Rit: Siano parole come spine o sian capriole nell'astratto, Se tutto nasce dall'onirico il mio linguaggio sarà ermetico. Risorgeremo dalla pietra ripartiremo dalla terra un nuovo ciclo l'esclusiva ogni certezza l'avanguardia.
Voi siete il proiettile noi la provvidenza lo scherzo del destino l'insulto alla tua mira il dio telegiornale la strage elettorale il porno di nascosto pane e carità.
Se voi siete la lama noi siamo il taglio netto la superficie opaca dei sogni nel cassetto il fante alla scacchiera seduce la regina l'aperitivo in centro il movimento noir.
Rit. Siano parole come spine o sian capriole nell'astratto, Se tutto nasce dall'onirico il mio linguaggio sarà ermetico. Risorgeremo dalla pietra ripartiremo dalla terra un nuovo ciclo l'esclusiva ogni certezza l'avanguardia
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4. |
Caffé Marco Polo
07:50
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Addio Rialto addio la nave salpa già tra le nebbie di Venezia.
Addio mio mare addio, addio mia patria addio, esplorerò l’antica via ritornerò se tornerò.
La mia mano è ferma, la mia gloria è carta
La mia mente è salda, la mia fama è santa.
• Fendenti di prua squarcia l’onda “il leone” tocca il sole
che nasce dall’impero del kahan.
Ambasciator fedele, la strada della seta, l’odore delle spezie i segreti del Catai.
Delirio di un sogno potenza e visione, ai confini del mondo dove abisso non c’è. Violando l’alba di porcellana un bagliore di terra taglia il fiato a metà.
• Sedotta e sventrata la sua costa immolata la scoperta
ha un pedaggio senza sconto e pietà.
Tu viaggiatore esperto mercante d’occidente consegni all’avvenire il gusto del caffe.
La mia mano è ferma, la mia gloria è carta,
la mia mente è salda, la mia fama è santa.
Addio ancora addio, la nave è in rotta già tra la spuma dell’oceano. Addio mio oriente addio, addio mie onde addio
La stella che indicò la via a casa mia mi riportò…
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5. |
Quetzalcoatl
05:13
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Eri fuoco d’inverno sorgente antica d’eternità
Eri due ali bianche vago stupore di tenebra
Eri la rosa nera nel tuo giardino tra il glicine
Eri l’ottava casa serpente sacro divinità.
Eri il non ritorno mi appari in sogno con voluttà
Eri luce soffusa mi inchiodi all’alba senza pietà
Eri ombra e mistero il cerchio magico lo spirito
Eri chiave e sigillo segreto occulto Atlantide.
R- Spettro che mi accarezzi trapassi gli occhi portami via
Vengo da un altro sole ferito a morte a prenderti.
Figlio di un'altra luna con la visione di accenderti.
Eri fuoco d’inverno sorgente antica d’eternità
Eri due ali bianche vago stupore di tenebra
Eri ombra e mistero il cerchio magico lo spirito
Eri chiave e sigillo segreto occulto Atlantide
R- Spettro che mi accarezzi trapassi gli occhi portami via
Vengo da un altro sole ferito a morte a prenderti.
Figlio di un'altra luna con la visione di accenderti.
IGNIS NATURA RENOVATUR INTEGRA
IGNIS NATURA RENOVATUR INTEGRA
IGNIS NATURA RENOVATUR INTEGRA
SAHAJA MAITUNA, HELOIM, QUETZALCOATL
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6. |
La Tesi Di Empedocle
05:01
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Eccoti dove sei goccia che non vuol più farsi abisso,
timida leviga oltre l’universo le sue sponde.
Ti mostrerai alla bianca roccia che, tre lune fa mi raccontò di lei
gelida fu che il cielo la spiò, l’ebrezza che nel vento la portò
a farsi immenso in un istante eterno.
Viaggerai immobile nota che non vuol più farsi musica,
esile sibila oltre le radici tra le fronde.
Ti mostrerai alla grande quercia che, tre notti fa mi raccontò di lei
selvaggia fu che terra la destò, la forza che dal braccio le strappò
dal più remoto limite del tempo.
R- Due schegge impazzite in collisione tra amore e discordia
contesa si farà. Furiosa battaglia in equilibrio qui non c’è morte
e nemmeno nascita.
Siediti, appoggiati, ascolta mentre vibra la coscienza,
umile scivola oltre la ragione e le sue onde
Ti mostrerai all’eterna fiamma che, tre ore fa mi colse accanto a lei
livida fu e l’istante la bloccò, la vita che in vena le soffiò
per farsi baratro nel mare cosmico.
R- Due schegge impazzite in collisione tra amore e discordia
contesa si farà. Furiosa battaglia in equilibrio qui non c’è morte
e nemmeno nascita.
Alla torbida inerzia si lega il carbonio si apre una breccia
sull’origine. Giocando con l’acqua tremava la terra, cantava l’aria
che il fuoco generò.
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7. |
Il Lamento Di Marsia
05:44
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Del fauno che il sacrificio suonò…Figlio di Eagro signore del fiume
soffia il respiro di Atena nel tuo aulos tritono.
Del satiro che le genti incantò…i figli di Cibele ammaliasti supremo
di Frigia il vessillo d’orgoglio tradito….
Del fauno che il suo genio svelò alle muse celesti di Mnemosine
figlie intona le gesta d’Arcadia nelle pastorali.
Del satiro che l’alloro sfidò…La lira di Apollo sul carro del sole
per il fatal scherno il divino giudizio
RIT (Frateres satyri saltant)
Ed ogni lacrima divenne il fiume, ( Satyri frateres festinet)
ogni lamento il canto e il furore (Marsyas expirect victores)
ed ogni orecchio ti sente ma ogni suono non ode
Diabolus in musica e l’omonimo paradosso.
-Del fauno che il poeta cantò… (Nemo damnat musicus)
(Nemo damnat tritonum)
Entra nel petto mio, e spira tue
sì come quando Marsïa
traesti
de la vagina de le membra sue.(Dante)
Un altro si rammenta di quel satiro (Diabolus scabere pentagram)
cui il figlio di Latona affisse una pena (Satyri frateres ludere)
dopo averlo vinto col flauto Tritoniaco (cantus quoque moriens)
«Perché mi scortichi?» chiese; (Diabolus diabolus musica)
«Ahimè! mi pento!» gridava «un flauto non vale tanto!»
Ma mentre egli disperava gli fu strappata la pelle dalle membra
Nient'altro era che una ferita; ovunque promana il sangue,
si scoprono i muscoli liberi e, rilasciate, senza pelle,
pulsano le vene; potresti contare
le viscere zampillanti e le fibre sanguigne.(Ovidio)
RIT (Frateres satyri saltant)
Ed ogni lacrima divenne il fiume, ( Satyri frateres festinet)
ogni lamento il canto e il furore (Marsyas expirect victores)
ed ogni orecchio ti sente ma ogni suono non ode
Diabolus in musica e l’omonimo paradosso.
Diabolus scabere pentagram
Frateres Satyri saltant
Satyri frateres festinet.
Marsyas expirect victores
Diabolus Diabolus musica!!!
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8. |
La Danza Della Forca
05:39
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Guardi quel nero sudario sugli occhi del mondo
Ascolti e un granello di sabbia trafigge l’orecchio
E al passo una pietra tagliente ferisce il tuo piede
E chiedi perché questo labirinto, e gridi…schiavo e cieco è il tuo diritto.
Scegli il profilo migliore e il vestito più adatto
Credi ed ogni tua fede ha smarrito i suoi santi
E piangi… perché questo sciocco imbroglio, è specchio….del tuo sguardo senza luce
-Condannati dalla storia, consacrati alla memoria dalla coppa del destino avido attingo.
Giudicati e giustiziati, innalzati e venerati, sulla danza della forca
il tuo dominio.
Fiero sul dorso del lupo o di un vecchio ronzino
Anelo all’evoluzione terrena e celeste
rinasco ogni giorno dal fianco dello scorpione
mi inchino alla bellezza dei colori… il segreto è nella coda del pavone.
Canto le gesta esemplari dello scarabeo
Esalto l’impresa titanica del calabrone
E accolgo la simbologia e il dono del cervo
Respiro perché questo eterno viaggio infiamma d’infinito il nero manto.
-Condannati dalla storia, consacrati alla memoria dalla coppa del destino avido attingo.
Giudicati e giustiziati, innalzati e venerati, sulla danza della forca
Il tuo dominio.
Tutto ciò che vedi sono proiezioni convenzioni distorsioni fragili frequenze che hanno elaborato e costruito il mondo che non c’è
Sono solo convinzioni cibo per le tue illusioni, gestazioni e indigestioni che hanno generato e partorito l’uomo che non c’è.
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9. |
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Fora dall’osteria della vecia contrà nel giorno della festa,
quasi all’ora sesta. Abbaia un cane rosso al suo gregge più in là, là verso l’orizzonte, là verso la radura.
I canti , i fuochi, i sonagli e un corteo, là vibra la montagna, là dove il bosco chiama. Raduna le anime Mefisto re quelle dei miei soldati caduti in trincea.
RIT – Ritorna il battaglione dalla montagna sacra,
si ode dall’ossario un colpo di fucile.
Ritorneranno i prati, ritornano i ragazzi,
ritornano dal fronte in una notte splendida.
E l’oste del paese sa la verità che quando il prete beve confessa
le leggende poi suona la campana per il gregge si sa mentre tutto riposa, pegno del primo raggio.
I canti, i fuochi, i sonagli e il corteo, tornano a riposare, tornano a riposare. Raduna le anime per Cristo re figli di quei soldati caduti in trincea.
RIT - Ritorna il battaglione dalla montagna sacra,
si ode dall’ossario un colpo di fucile.
Ritorneranno i prati, ritornano i ragazzi,
ritornano dal fronte in una notte splendida.
Il cane abbaia rompete le righe, il cane abbaia tornate a dormire
Dio dell’inferno nell’alto dei cieli un brindisi eterno ai tuoi figli mai arresi.
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Nemeton Records Dublin, Ireland
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